mercoledì 31 ottobre 2012

Quando ho scoperto di essere la mamma di Prince


Era un pomeriggio di marzo. 
Avevo chiesto un permesso a lavoro e speravo che questa fosse la volta buona. 
"Ti accompagno io, ti accompagno io!" erano le parole di mia cugina, che a tutti i costi voleva portarmi dal suo ginecologo. "Vedrai, è davvero bravo." Non so perchè, ma più sento parlare di una persona o di una cosa, più io me ne allontano o chiudo una porta da cui, passato un po' di tempo, sbircio dalla serratura incuriosita. Sui dottori stessa sorte. Anche in campo veterinario. Tempo fa un'amica mi raccontava che odiava il dottore del suo ex gatto perchè lo aveva ucciso a furia di operazioni. Era lo stesso veterinario del mio cane che da ragazzina lo avevo svegliato alle due di notte perchè il mio animaletto aveva avuto una torsione allo stomaco e tra raggi x e lavanda gastrica gli aveva salvato la vita. 
Credo che tutto sia relativo ma speravo che questa fosse la volta buona. Pensavo che alla fine non avevo niente da perdere. Avevo girato tre ginecologi e nessuno mi aveva mai diagnosticato nulla.

martedì 30 ottobre 2012

Cuscino allattamento

Ne sento parlare spesso, ultimamente l'ostetrica lo ha consigliato anche al corso. Insomma, credevo fosse una spesa inutile e invece c'è chi scrive di averlo usato, chi ne ha fatto a meno e chi lo utilizza anche come un riduttore per la culla. E voi cosa ne pensate? Lo avete o lo state utilizzando?

quasi mamma e prince con l'influenza


Rieccoci a casa, dopo una mini permanenza a Londra davvero piacevole. Peccato che, come tutte le cose belle, prima o poi doveva finire. Ma su questo mi ero preparata.
Quello a cui non ero pronta per nulla era un'imminente influenza, placche giganti che deglutire è un'impresa eroica, febbriciattola e ossa rotte.
E così quasi mamma e Prince sono cotti sul divano, hanno rubato un maglione caldo al quasi papà e si sono nascosti sotto al plaid da cui fuoriescono solo le mie mani che scrivono sulla tastiera del pc.

Se qualche mamma ha consigli utili o interessanti riguardo al come combattere i sintomi influnzali in gravidanza siamo tutto orecchie!

Nel frattempo abbiamo la scorta di tisane calde e tachipirina, caldamente consigliata dal dottore. 


sabato 27 ottobre 2012

Ready to London!

Ecco lo scatto che ci ha visti pronti per salire in aereo! Il principino ha ballato un sacco durante il volo e mi chiedo: chissà se avrà percepito l'altitudine, se era emozionato o semplicemente aveva paura di volare! :D

mercoledì 24 ottobre 2012

L'amore per i viaggi fai da te

London Calling!

Carissima Regina d'Inghilterra, 
venerdì saremo a visitare la tua cara città. Come sarà il tempo? Ombrello e mantellina sempre presenti nella borsa? E le temperature? Farà freddo? Faremo una toccata e fuga, al quasi papà glielo dovevo: questa estate non abbiamo fatto ferie un po' per risparmiare, un po' per cercare tutto l'occorrente per il pupo e per non fare stancare troppo la quasi mamma poiché, nei nostri viaggi, si cammina tanto e non si riesce a stare fermi... dobbiamo sempre esplorare e conoscere!

La mamma di Prince ama viaggiare, sarebbe il suo "hobby" preferito se fosse plurimiliardaria, ma in realtà preferisce considerarlo una grandissima passione. Col quasi papà abbiamo girato il quasi mondo. Tanto lavoro, soldini da parte e via, verso Paesi vicini e lontani (più lontani che vicini, culturalmente parlando). Abbiamo sempre e solo organizzato tutto noi, con zainoni in spalla, un libro guida in mano e l'altra libera per camminare insieme mano nella mano, sempre con le nostre macchine fotografiche al collo. Anche il viaggio di nozze lo abbiamo organizzato noi, con lo stupore di chi non ci conosceva e la rassegnazione di chi ci conosce bene e ripeteva: "ma almeno la luna di miele fatevela organizzare!".



Ci vollero due mesi per preparare l'itinerario (era il nostro sogno) e di questi momenti ho un bellissimo ricordo: tornavamo stanchi da lavoro e accendevamo subito il pc per metterci all'opera. E via... un mese a gironzolare nella stupenda Cina, qualche toccata nelle grandi città e poi a fiondarci in mezzo ad etnie che stanno quasi scomparendo e paesini sconosciuti, dove non c'è elettricità e si vive in mezzo alle risaie. Che ricordi... le sveglie delle 5 del mattino per ripartire verso nuove mete, i viaggi lunghissimi (la Cina è immensa e abbiamo faticato a scegliere i luoghi perché ci sembravano tutti troppo belli) soli, senza sapere una parola di cinese, eppure è stato un viaggio meraviglioso. Se avete voglia vi lascio il link del quasi papà di Prince che fa della fotografia una delle sue passioni più grandi e speriamo che un domani questa sua predilizione possa diventare una professione. Sul suo sito ha creato una sezione viaggi con i vari itinerari realizzati (in tutti i sensi) da noi. 

Questo è quello sulla Cina: 

     clicca qui!  
 
(link a: il viaggio di nozze in Cina dei quasi genitori di Prince)

Anche voi mamme o quasi mamme siete appassionate di viaggi? Sarei curiosa di sentire le vostre esperienze e non vedo l'ora di poter viaggiare insieme al piccolo Prince... Nella lista nascite ero tentata a mettere un piccolo trolley per lui. Ma poi mi sono detta: "ma no, glielo comprerò in Perù, non appena ne vedrà uno che gli piacerà!" :)



martedì 23 ottobre 2012

Tornare adolescente...


Non so voi, ma la gravidanza mi ricorda l'adolescenza... è un periodo in cui la concezione di noi stesse viene stravolta: l'umore, l'accettazione del corpo che cambia... Mio marito sarebbe d'accordissimo, specie quando lo stresso con le mie paturnie sopra la bilancia (infatti adesso appena vede che ci salgo sopra, cambia stanza e fa finta di niente) o quando ho pianto abbracciata a lui perchè il ginecologo credeva avessi il diabete gestazionale e mi sentivo in colpa per aver appena mangiato due brioches alla marmellata e una pizzetta per merenda e la voce del futuro papà che mi ripeteva "brava, poi ti lamenti che avveleni tuo figlio!". 
Forse si potrebbe definire un'adolescenza maturata perché siamo più coscienti di questi cambiamenti e la motivazione è una "Grande motivazione" poiché sappiamo quello (e Chi!) ci aspetta tra nove mesi, al contrario dell'adolescenza in cui, guardandomi allo specchio, mi dicevo: "eh no, o divento donna alta, bella e formosa o rivoglio il mio fisichino da bambina, quando ancora potevo indossare il costume al mare a petto nudo ed essere un maschiaccio!".
In dolce attesa, tra i cambiamenti forti, c'è anche l'accettazione di portare in grembo una creaturina che nemmeno conosciamo e che non abbiamo mai visto; non sappiamo se ci sarà simpatica, se avrà un carattere dolce o testardo, se sarà dormigliona o discotecara e frignona. Ma anche qui continuiamo il nostro cammino di Quasi-Mamma a testa e pancia alta, perché Mamma vuol dire anche questo.


"Mom to be"





Mom to be


Ultimamente sento spesso parlare di "Mom to be". Leggo molte donne che utilizzano questa espressione sui blog, su Instagram e molti altri spazi che ondeggiano nel web (ops, ma tra queste ci sono anche io!). Forse la parola c'è sempre stata ed io l'ho notata solo adesso per ovvi motivi, come quando cammino per strada e seguo attentamente con lo sguardo ogni passeggino con relativa marca e modello e cerco di capire se è pratico o no (cosa che mesi or sono non mi sarei mai sognata di fare), oppure vedo maternità ovunque.
Ammetto di non conoscere l'aspetto semantico del termine inglese "Mom to Be", anche se, andando per logica, dovrebbe indicare (correggetemi se sbaglio) "essere in dolce attesa" o "diventare mamma". Visto che anche io usufruisco della parola, mi piacerebbe dare una mia accezione. La mia traduzione a "Mom to be", o se vogliamo un sinonimo, per me è "Quasi-mamma" che non significa "sto per diventare mamma ma non lo sono ancora" bensì "sono già una mamma, ma ancora non si vede". Nel corso degli anni, il campo educativo legato alla società in cui viviamo, ha subìto enormi mutamenti, basti pensare alla concezione di una volta dei bambini, considerati come uomini in miniatura o le regole scolastiche e comportamentali e di come queste fossero strutturate in maniera rigida. Anche il concetto di gravidanza è mutato, una volta etichettato come "stato interessante". Di approfondimenti ce ne sarebbero molti.
Ma su questo io sono una valida sostenitrice: se dentro di noi cresce un feto e nascerà un bambino, all'esterno nasce una mamma e crescerà una mamma. Il fatto di sentirsi più chiocce, di accarezzarlo nonostante gli strati di pellame che ci dividono, di stare attente ai colpi, di cadere e cercare di farsi male a un'altra parte del corpo che non sia la pancia e di avere dei progetti futuri per lui, sono tutti istinti materni. Per non parlare della sfera mentale e del legame speciale che lui/lei instaura solo con noi. Io credo in tutto questo e penso esista anche in quelle mamme che forse non accettano il loro test positivo, o vivono una gravidanza indesiderata. La loro sofferenza di non accettare un figlio per vari motivi è questa scintilla materna che scatta non appena scopriamo di essere incinta. Dunque la mia idea è che prima di tutto la gravidanza è uno stato mentale, la mente ci governa in questo e il corpo arriva dopo, proprio come quando effettuiamo il test e quello che percepiamo subito non è la trasformazione corporea ma la nostra reazione davanti alla "bacchetta". E' come un medico che viene da noi e dice quello che abbiamo o non abbiamo e il nostro stato mentale mette il turbo e prende una certa traiettoria.


lunedì 22 ottobre 2012

La classifica delle non voglie!

Eh già esiste anche lei! Chi di voi mamme non ha scartato ad occhi chiusi qualcosa che proprio la nauseava in gravidanza? Nel mio primo trimestre  la gerarchia era così fatta:

5)posto: banana e cetrioli.
 In gravidanza scopro che non li digerisco per niente.

4)(deodorante a pari merito con) frigorifero e lavastoviglie:
mandavo sempre mio marito ad aprirli perchè l'odore del cibo in frigo (pur tenendolo pulito e lavandolo ogni settimana in maniera maniacale) e delle stoviglie appena lavate mi nauseavano da morire!

3)carne e pesce.
Crudi o cotti non fa differenza. L'odore e il sapore per me erano tremendi. Ricordo ancora quando mio marito (e prima o poi questo momento doveva arrivare) mi mise davanti un piatto con una fettina di carne durante la mia seconda settimana di test positivo e mi disse: "anche il ginecologo te lo ha detto, devi mangiarla, fallo per il piccolo"... sono scoppiata a piangere come una bambina! Scusate, stavo omettendo un piccolo particolare: sono stata vegetariana per 10 anni e tornare a mangiare carne per me è stato tremendo... La mia è sempre stata una scelta prettamente etica perchè vi assicuro che da bambina vivevo di carne e il suo sapore mi inebriava il palato. E poi ha prevalso la morale, l'etica, la ribellione e, senza troppi problemi, un giorno ho troncato con tutti gli animali morti che trovavo nel piatto. Ammiro moltissimo le mamme che hanno mantenuto la stessa linea, io purtroppo non ce l'ho fatta, il ginecologo non ha voluto sentire ragioni, e in effetti il bambino mi stava prosciugando tutto. Ho avuto paura, credevo che lui avrebbe sofferto per colpa mia e così ho preferito piangere!

2)al secondo posto le pastiglie di acido folico, integratore e ferro.
Mai più prese a stomaco vuoto... la volta che l'ho fatto non solo ho cacciato l'anima ma stavo per cacciarmi anche io! E ancora adesso fatico a digerire una piccola pastiglia, perchè si sa, le cose minuscole sono quelle che nascondono una bomba a orologeria e dopo cinque minuti ho già la nausea in corpo che mi devasta.

1)e al primo...  le sigarette, i fumatori e i loro vestiti impregnati.
La maratona più lunga del secolo l'ho affrontata un giorno, attraversando la strada. Mi è passato accanto un uomo, senza sigaretta alla bocca, ma sapeva di tabacco in maniera impressionante... Ho attraversato la strada correndo dietro l'angolo di un vicolo e sono partiti i conati. E cosa mi sono detta?

"Non sarò per caso incinta?!"






domenica 21 ottobre 2012

E salutiamo la 30esima settimana!


Stamattina mi sono svegliata convinta di essere entrata nella trentesima settimana di gravidanza e, per averne la certezza controllo subito la mia App sulla gravidanza scaricata mesi or sono sul cellulare. Questa dolce attesa mi ha resa più tecnologica, forse perchè trascorro maggior tempo a casa e non più a lavoro e ho ripreso coscienza del concetto "avere tempo".

Si apre l'applicazione: "Eh sì è proprio la trentesima settimana!"

Vado avanti nella lettura e noto i 70 giorni che abbiamo ancora davanti... "beh non sono pochi!" mi dico. E mentre lo penso... toc! Parte un calcetto di Prince che ho inteso come un: "e chi ti dice che nacserò tra 70 giorni?"
Come dargli torto! Non riesco a immaginare il momento in cui starà per nascere, vorrei chiedere alle già mamme se loro ci sono riuscite ed è andata come lo immaginavano.

Chiedo aiuto al web, cerco nei blog delle già o neo-mamme e alle commedie dei film (forse i peggiori perchè rido nel vederli e piango nell'immedesimarmi!).
Questo pensiero rivolto al "come sarà quando starà per nascere??" mi sta tormentando da qualche giorno e non nascondo che mi spaventa non poco.

Ma non ci penso in fondo mancano ancora 70 giorni!(Sussurrato piano senza farmi sentire dal piccolo Prince!)  :)









sabato 20 ottobre 2012

"Come lo chiameremo?"





Forse è capitato anche a voi di dare un nomignolo al vostro piccolo fin da quando era un fagiolino. Come la prima volta che ci si alza la maglietta davanti allo specchio e si cerca di vedere una curvatura che ci attraversa. In quel momento non riuscivo davvero a immaginarmi con una pancia enorme, mentre adesso che sono alla trentesima settimana, non riesco proprio a immaginarmi senza.
Strana la maternità! Che riesce anche a cambiare la nostra concezione del corpo, non solo fisica ma anche mentale.

Quando mio marito si rivolse alla panciona per la prima volta sussurrando Prince, non pensavo che l'idea di diventare papà lo rendesse così romantico. Quando gli dissi: "sì, Prince mi piace, mi ricorda il Piccolo Principe e lui sarà il nostro principino!", lui mi rispose: "ma... in realtà Prince è un nome tosto, originale e da giocatore di football!"  .......


Che volete farci? :)

E così, a modo proprio, ci siamo affezionati al nomignolo Prince, tanto che, quando gli amici o i parenti pronunciavano la fatidica domanda "e come lo chiamerete?", noi rispondevamo prontamente:

"Prince!"

Ed era bello vedere le facce perplesse! :D








La Classifica delle Voglie!

Leggenda o meno, io le voglie in gravidanza le ho percepite fin da subito. Inizialmente credevo scaturissero dal mio eterno amore per il cibo, ho sempre amato mangiare e mi ritengo una buona forchetta! :) 

Adoro più mangiare che cucinare, e tra la professione di chef e quella del gustologo, opterei ad occhi chiusi per la seconda. Ma in gravidanza assaggiare è divenuto per me sinonimo di divorare! E all'interno di tutto questo ambaradan di gusti, sapori e istinti incontrollabili, vedo un orizzonte fatto di voglie ben precise.

Ed ecco la mia classifica, dai primi giorni di gravidanza fino ad oggi (settimo mese):

5) Al quinto posto... il limone! 

Già, niente di più appetitoso, un semplice limone che spremerei su tutto quello che mangio... quel senso di asprezza effimero, regala grandi emozioni al mio palato che ultimamente si definisce per nulla delicato e seguace della nouvelle cuisine ma sempre allenato ad assaggiare in quantità industriali!


4) Al quarto posto... la frutta! 

Di qualunque tipo! Questa estate mi sono sbizzarrita tra albicocche, pesche, frutti di bosco, fette di anguria... un esplosione di colori e di salute! Se non fosse che il ginecologo mi ha prescritto la curva glicemica già alla 19esima settimana (il giorno prima della visita avevo fatto indigestione di una mega macedonia ma lui, bacchettone, ovviamente non lo sa!) E con l'autunno optiamo per i "poco calorici" amici cachi e uva!

3) e siamo già nella top 3... e quì troviamo... la cioccolata! 

Lo so, forse siete in molte a chiedervi "perché non al primo posto?!" ma per stilare questa graduatoria immaginavo di trovarmi davanti ad un tavolo con cioccolata da un lato e pizzette al pomodoro e al formaggio dall'altro e le mie mani afferravano quest'ultime senza esitare. Nulla toglie che un pezzettino di cioccolata mi seduce ogni giorno e mi da quel buonumore che solo lei sa dare!

2) Al secondo appunto le meravigliose pizzette! 


1) E al primo...  il mio piatto preferito da quando sono nata... una semplice... 

pasta al pomodoro! 

(A pari merito con le brioches alla marmellata!)


Spaghetti, penne, qualunque tipo! Purchè ci sia un buona salsa di pomodoro! 
E da qui deduco che il pomodoro è al vertice di tutta la mia gerarchia!

E le vostre voglie?


"La Mamma di chi?!"

Sembra incredibile, eppure il periodo da gestante è davvero una scoperta. Sto cercando di categorizzarlo ma ancora non ci sono riuscita. Non capisco se si tratta di una fase nuova (e quindi legata al concetto di temporalità) o di un mondo nuovo (dunque di uno spazio) o semplicemente di un percorso che fa parte del nostro cammino di vita (il che, forse, unisce sia il concetto di spazio che di tempo). Mica facile assegnargli un'etichetta! E voi direte: ma a me cosa importa? Beh, in effetti si trascorre la maternità anche senza chiederselo. O almeno così crediamo. Perché quando qualcuno ci chiede: "che cos'è la gravidanza?" oppure "come stai vivendo la gravidanza?" le risposte che scaturiscono possono essere molteplici, del tipo: "è un momento meraviglioso" o "è un miracolo della vita" o molto altro... 
Scusate questa parentesi, fa parte della mia indole. Mi piace conoscere, domandarmi, confrontarmi e prendere atto di ciò che emerge, perché spesso siamo così presi dalla vita quotidiana che non ci rendiamo nemmeno conto di quanto sia fondamentale per l'uomo porsi delle domande. Non serve una laurea in questo (io sono l'unica furbona che l'ha presa!) perché è parte del nostro essere. E in questo i bambini sono bravissimi. Da quando sono incinta e osservo maggiormente con occhi curiosi il mondo dei neonati, mi accorgo che anche loro sono molto bravi, più di noi adulti, perché lo fanno pur non avendo ancora gli strumenti adatti come il linguaggio o strategie conoscitive. Il momento della gestazione è davvero interessante e se dovessi scegliere una parola per descriverlo userei il termine unione: unione con una vita che cresce dentro di te, con un mondo nuovo in cui, varcata la soglia, cambia la tua vita e quella di chi la condivide con te. Ma anche unione col mondo circostante, con le persone vicine a noi ma anche con quelle curiose, perché donne in dolce attesa nel mondo se ne vedono tante, ma ogni volta suscitano grande curiosità. Il segreto della vita non è ancora stato svelato e se la gravidanza in passato era designata col termine imbarazzante di "stato interessante" io lo rivalorizzerei perchè di interesse ne ha da vendere.   ;)

Quando ci si presenta e nel mentre ci chiediamo... "già chi sono?"

Chi sono? Non posso dirlo. Ma posso cercarlo. Sono paladina della mia idea, secondo cui, principio primo durante e fine ultimo nella vita è l’evoluzione. “Phanta rei” è il motto preferito e l’unica certezza è che tutto ha inizio con una domanda. Tutto si evolve… Chi sono? Ero una bambina di 3 anni, una ragazza di 18, una quasi mamma di 28. Adesso. La certezza che ho, è che ero, sono e sarò. Chi sono? Un essere umano, secondo la categorizzazione. Chi sono? Un essere umano dotato di carattere. Complichiamo le cose: il difficile è, adesso, stabilire il regno caratteriale interiore. Sono timida ma anche estroversa. Sono pigra ma amo lo sport. Sono amante della vita e non la conosco abbastanza. Deduco che sono anche incosciente. Amo qualcosa senza conoscerla. E sono anche contraddittoria. Ma è possibile conoscere tutto a fondo? Si e No. Tutto scorre, tutto cambia. La terra si scalda, l’aulin aiuta contro il mal di testa, la luna è stata raggiunta. Dicono. Sono un essere, “dasein”. Sono amante della perfezione ma non sono perfetta. Sono alla ricerca della perfezione ma non la trovo. Sono aggrappata alla ragnatela quineiana. Mi chiedo cos’è la perfezione e non so scegliere una risposta tra le molteplici. Mi domando: chi sono? E se rispondo: “io!”, non credo esista un nesso a priori tra nome e "oggetto". Vedo il nome come semplice designazione. Sono una spugna di conoscenza. Sono un essere finito, con una memoria finita. Sono cosciente che non tutto nella vita si può conoscere; ma anche che non posso fare a meno di conoscere. Sono grazie a chi non è me. Sono nella stessa barca di chi legge e si chiede: ma perchè complicarsi così con questo interminabile e inutile scritto? Ma sono anche con chi non si ferma alle apparenze e non si è dato per vinto leggendo fino in fondo il mio post. Sono sicura che rispondere alla domanda: chi sono, non implica necessariamente fermarsi ad una descrizione, ma guardarsi dentro. “L’uomo è condannato ad essere libero” diceva Sartre. Libero di essere, libero di conoscere.