venerdì 13 marzo 2015

E tu? Come immaginavi "essere madre" ?

Sono convinta che ogni madre ripensa (o almeno una volta) le ė capitato di ripensare alla sua ex concezione di madre. Io la ricordo bene. 
Suona il telefono alle 7:00 del mattino: "c'è da sostituire Anna, suo figlio ha la febbre alta" e mentre mi "rallegravo" di iniziare la giornata con la mia colazione last minute, i primi jeans che trovavo nell'armadio e di corsa verso l'auto anziché dormire fino le nove perche' quella doveva essere la tua mattina libera,  mi immaginavo Anna (invidiandola) in casa ancora in pigiama. Certo, mi spiaceva che suo figlio stesse male, ma nel mio immaginario collettivo di essere madre, scrutavo un mondo in cui mamma e bambino poltrissero coccolati sotto l'effetto della tachipirina e di un morbido plaid a guardare Peppa Pig, dormendo TUTTO il giorno. Se questa fosse stata una domanda in sede di esame sarei stata rimandata perche' l'unica risposta esatta era Peppa Pig. 


Punto 1:
i figli duenni non sanno cosa voglia dire avere la febbre e anche con 39 li troverai a saltare nelle pozzanghere di fango

Punto 2: 
se saltano non stanno sotto il morbido plaid e nemmeno tu. Se non vuoi che finiscano all'ospedale dovrai monitorarli continuamente (se anche tu mamma hai la febbre, lo farai moribonda, con gli occhi che lacrimano e bruciano)

Punto 3: 
Solo Peppa riesce a rapirli ma se provi a spegnere la tv hai a che fare con i super lagnosi capricci febbricitanti all'ennesima potenza. E non pensare che da malati si addormentino perchè stranamente non è così.


Passano sette giorni e il figlio di Anna ha contratto il virus gastrointestinale. Acconsentì Sottostai nuovamente alla sostituzione della collega. 

Rientra a lavoro dopo cinque giorni, le chiedi come sta, risponde di sentirsi male, che quasi sicuramente ha preso il virus anche lei... Domandi del piccolo. Risposta: "Bene, finalmente oggi ha ripreso con l'asilo". Non fai in tempo a finire la frase che le suona il cellulare. È la maestra di suo figlio che la sollecita ad andarlo a prendere perchè ha la febbre a 39. 

Ora... 

TU
che ancora non sei madre, inizi a pensare che quella al telefono non sia la maestra ma una sua amica che la sta aspettando con in mano due biglietti per le Hawaii. E soprattutto 
TU 
che non hai figli, sei destinata ad un mese di ferie non retribuite per tutte le sostituzioni  della collega (e se così fosse, sarei l'amica e i biglietti per le Hawaii li ho in mano io!)

E invece è tutto dannatamente vero. 

Tuo figlio si ammala 360 giorni l'anno, tanto che le maestre dell'asilo sbagliano il suo nome da quanto poco lo vedono. Dormire in famiglia quando si è tutti malati? Si, ma solo nelle puntate di Peppa Pig. Goderti i tuoi figli malatini? Goderti i loro interminabili lamenti e distruzioni psicologiche del dover restare tappati in casa per ore e giorni. 

Certo che Anna poteva avvisarmi o forse no... Era sempre malata. 

martedì 3 marzo 2015

Le bugie a fin di bene sono bugie?

Da quando è nato fratellino mio figlio ha palesemente fatto intendere che la cosa non lo avrebbe reso felicissimo. Anche il piccolo quelle manate carezze se le ricorda bene: già da feto aveva investito tutto in un corso di autodifesa e non appena ha iniziato a gattonare ha dettato legge, nonostante i suoi quindici mesi che lo separano dal fratello maggiore.

Ho un post ancora aperto su questo tema a me caro, circa il rapporto di in-contro tra i miei figli. 
Aperto perchè è in perenne evoluzione.

Quando ho capito che una mano dovevo pur chiederla se volevo far combaciare tutto, ho invocato l'asilo. 
Non era mia intenzione ma ammetto che i punti a suo favore non erano da sottovalutare e per chi vuole scoprirne di più può leggere quì 



Ma cosa c'entrano le bugie in tutto questo?
Io e i nasi lunghi non ce la intendiamo, intendiamoci.  
Le perle di Pinocchio a cui faccio riferimento non sono quelle che raccontano i bambini nei loro primi anni di vita (e che io non considero nemmeno bugie anzi... dovrei cercare un termine più corretto di definizione: bugia è semplicemente la parola utilizzata da noi adulti). 

Io parlo proprio delle bugie dette da me nei loro confronti (e scritta così potrei rischiare il linciaggio). Leggevo giusto ieri un articolo su uno studio condotto in Canada dove si afferma che la fase delle bugie è una tappa importante, che contribuisce al loro sviluppo cognitivo. Magari funziona anche con me nonostante i miei trenta e passa anni.
Sono mesi che mi trastullo dietro a questo dubbio esistenziale. E a breve vi racconterò il perchè e di quale bugia si tratta.

Alzi la mano chi di voi non ne ha mai raccontata una ai piccoli. Nel caso fatemi sapere. Mi sentirò meno sola :)