martedì 3 marzo 2015

Le bugie a fin di bene sono bugie?

Da quando è nato fratellino mio figlio ha palesemente fatto intendere che la cosa non lo avrebbe reso felicissimo. Anche il piccolo quelle manate carezze se le ricorda bene: già da feto aveva investito tutto in un corso di autodifesa e non appena ha iniziato a gattonare ha dettato legge, nonostante i suoi quindici mesi che lo separano dal fratello maggiore.

Ho un post ancora aperto su questo tema a me caro, circa il rapporto di in-contro tra i miei figli. 
Aperto perchè è in perenne evoluzione.

Quando ho capito che una mano dovevo pur chiederla se volevo far combaciare tutto, ho invocato l'asilo. 
Non era mia intenzione ma ammetto che i punti a suo favore non erano da sottovalutare e per chi vuole scoprirne di più può leggere quì 



Ma cosa c'entrano le bugie in tutto questo?
Io e i nasi lunghi non ce la intendiamo, intendiamoci.  
Le perle di Pinocchio a cui faccio riferimento non sono quelle che raccontano i bambini nei loro primi anni di vita (e che io non considero nemmeno bugie anzi... dovrei cercare un termine più corretto di definizione: bugia è semplicemente la parola utilizzata da noi adulti). 

Io parlo proprio delle bugie dette da me nei loro confronti (e scritta così potrei rischiare il linciaggio). Leggevo giusto ieri un articolo su uno studio condotto in Canada dove si afferma che la fase delle bugie è una tappa importante, che contribuisce al loro sviluppo cognitivo. Magari funziona anche con me nonostante i miei trenta e passa anni.
Sono mesi che mi trastullo dietro a questo dubbio esistenziale. E a breve vi racconterò il perchè e di quale bugia si tratta.

Alzi la mano chi di voi non ne ha mai raccontata una ai piccoli. Nel caso fatemi sapere. Mi sentirò meno sola :)

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