mercoledì 1 aprile 2015

Esistono le Bugie a Fin di Bene? Part 2

Qualche settimana fa accennavo al rapporto tra mamma e bugie.

Spesso sul web capita di imbattermi nella lettura delle madri stereotipate altro che di mamma ce n'è una sola! e confesso che mi diverte leggerle, forse perche' capita a tutte di ritrovarsi in alcune caratteristiche. Non so se lo stereotipo della mamma morale vi rientra, ma se c'è una cosa che condivido pienamente e ho sempre evitato di fare è raccontare bugie ai bambini.

Forse perché vedo guai, sia nei miei che nei loro occhi e soprattutto un inimmaginabile senso di delusione nei loro confronti.
Strana la quotidianità, nel momento in cui ti svegli e devi fare tutto alla velocità della luce:
in casa ti ritrovi quattro molecole impazzite che saltano, corrono, chi in cucina a rubare un biscotto, chi in bagno a fare pipì... E nel momento in cui riesci a vestire tuo figlio, che fa colazione con te, che non accenna nemmeno un capriccio (alla facciazza dei terribili due) lo vedi puntare i piedi sulla soglia della porta, con il suo inseparabile pupazzo di transizione in mano, intonare un dolcissimo "NOOO!" guardarti e sussurrarti: "Baby no casa, Baby asilo!"


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Tuo marito, che doveva dovrebbe accompagnarlo al lager dei piccoli, inizia a sudare, ti guarda con occhi di supplica perche', se parte il capriccio, lui farà tardi a lavoro. Ok, niente panico, ho solo cinque secondi per spiegare a un duenne che ho mille commissioni da fare, che non dormo da circa un anno e ho tremendamente bisogno di riposo e che lui ogni tanto scarichi le pile nei bellissimi laboratori che l'asilo organizza e soprattutto ho cinque secondi per spiegargli che il suo fratellino non va ancora all'asilo.

Questo è quello che saltò fuori dalla bocca di una mamma contraria alle bugie:

"Amore, ma certo, anche Baby va all'asilo! Il suo però è l'asilo dei piccoli, troppo noioso per te che vai a quello dei grandi!"


Il Silenzio.


Marito suda il doppio, ormai deve cambiare maglia da quanto è fradicio. Ma il Big brother si gira e, accingendosi a dare la mano al papà, incalza le scale.


È fatta.



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Ok, mi sento una cacca pessima e mi chiedo dove risiede la linea di confine tra una bugia banale ed una grave. Vorrei che per me fosse grave e per mio figlio banale, ma credo che la realtà sia proporzionalmente opposta.


Perché poi la consideri una bugia a fin di bene, semplicemente perche', come tutti gli esseri umani mamme, ho bisogno anche io di spazi personali e riposo (e per spazi personali includo ahimè anche "casalingaggio" e commissioni varie) ma specialmente voglio trascorrere il miglior tempo coi miei figli. E una mamma serena è un evergreen.


E non sto a raccontarvi quando il fratellone é stato male al nido e prima di andare a prenderlo sono corsa a portare il piccolo dai nonni (l'asilo dei piccoli). O di quando torna a casa e risistemo i giochi con l'ansia che non si accorga che il piccolo di casa ci ha giocato (big brother è attentissimo e gelosissimo dei suoi averi).

Bugia porta bugie e guai.

Ed io forse rientro nello stereotipo di madre politically s-corret.


La stanchezza a volte gioca brutti scherzi..!!

venerdì 13 marzo 2015

E tu? Come immaginavi "essere madre" ?

Sono convinta che ogni madre ripensa (o almeno una volta) le ė capitato di ripensare alla sua ex concezione di madre. Io la ricordo bene. 
Suona il telefono alle 7:00 del mattino: "c'è da sostituire Anna, suo figlio ha la febbre alta" e mentre mi "rallegravo" di iniziare la giornata con la mia colazione last minute, i primi jeans che trovavo nell'armadio e di corsa verso l'auto anziché dormire fino le nove perche' quella doveva essere la tua mattina libera,  mi immaginavo Anna (invidiandola) in casa ancora in pigiama. Certo, mi spiaceva che suo figlio stesse male, ma nel mio immaginario collettivo di essere madre, scrutavo un mondo in cui mamma e bambino poltrissero coccolati sotto l'effetto della tachipirina e di un morbido plaid a guardare Peppa Pig, dormendo TUTTO il giorno. Se questa fosse stata una domanda in sede di esame sarei stata rimandata perche' l'unica risposta esatta era Peppa Pig. 


Punto 1:
i figli duenni non sanno cosa voglia dire avere la febbre e anche con 39 li troverai a saltare nelle pozzanghere di fango

Punto 2: 
se saltano non stanno sotto il morbido plaid e nemmeno tu. Se non vuoi che finiscano all'ospedale dovrai monitorarli continuamente (se anche tu mamma hai la febbre, lo farai moribonda, con gli occhi che lacrimano e bruciano)

Punto 3: 
Solo Peppa riesce a rapirli ma se provi a spegnere la tv hai a che fare con i super lagnosi capricci febbricitanti all'ennesima potenza. E non pensare che da malati si addormentino perchè stranamente non è così.


Passano sette giorni e il figlio di Anna ha contratto il virus gastrointestinale. Acconsentì Sottostai nuovamente alla sostituzione della collega. 

Rientra a lavoro dopo cinque giorni, le chiedi come sta, risponde di sentirsi male, che quasi sicuramente ha preso il virus anche lei... Domandi del piccolo. Risposta: "Bene, finalmente oggi ha ripreso con l'asilo". Non fai in tempo a finire la frase che le suona il cellulare. È la maestra di suo figlio che la sollecita ad andarlo a prendere perchè ha la febbre a 39. 

Ora... 

TU
che ancora non sei madre, inizi a pensare che quella al telefono non sia la maestra ma una sua amica che la sta aspettando con in mano due biglietti per le Hawaii. E soprattutto 
TU 
che non hai figli, sei destinata ad un mese di ferie non retribuite per tutte le sostituzioni  della collega (e se così fosse, sarei l'amica e i biglietti per le Hawaii li ho in mano io!)

E invece è tutto dannatamente vero. 

Tuo figlio si ammala 360 giorni l'anno, tanto che le maestre dell'asilo sbagliano il suo nome da quanto poco lo vedono. Dormire in famiglia quando si è tutti malati? Si, ma solo nelle puntate di Peppa Pig. Goderti i tuoi figli malatini? Goderti i loro interminabili lamenti e distruzioni psicologiche del dover restare tappati in casa per ore e giorni. 

Certo che Anna poteva avvisarmi o forse no... Era sempre malata. 

martedì 3 marzo 2015

Le bugie a fin di bene sono bugie?

Da quando è nato fratellino mio figlio ha palesemente fatto intendere che la cosa non lo avrebbe reso felicissimo. Anche il piccolo quelle manate carezze se le ricorda bene: già da feto aveva investito tutto in un corso di autodifesa e non appena ha iniziato a gattonare ha dettato legge, nonostante i suoi quindici mesi che lo separano dal fratello maggiore.

Ho un post ancora aperto su questo tema a me caro, circa il rapporto di in-contro tra i miei figli. 
Aperto perchè è in perenne evoluzione.

Quando ho capito che una mano dovevo pur chiederla se volevo far combaciare tutto, ho invocato l'asilo. 
Non era mia intenzione ma ammetto che i punti a suo favore non erano da sottovalutare e per chi vuole scoprirne di più può leggere quì 



Ma cosa c'entrano le bugie in tutto questo?
Io e i nasi lunghi non ce la intendiamo, intendiamoci.  
Le perle di Pinocchio a cui faccio riferimento non sono quelle che raccontano i bambini nei loro primi anni di vita (e che io non considero nemmeno bugie anzi... dovrei cercare un termine più corretto di definizione: bugia è semplicemente la parola utilizzata da noi adulti). 

Io parlo proprio delle bugie dette da me nei loro confronti (e scritta così potrei rischiare il linciaggio). Leggevo giusto ieri un articolo su uno studio condotto in Canada dove si afferma che la fase delle bugie è una tappa importante, che contribuisce al loro sviluppo cognitivo. Magari funziona anche con me nonostante i miei trenta e passa anni.
Sono mesi che mi trastullo dietro a questo dubbio esistenziale. E a breve vi racconterò il perchè e di quale bugia si tratta.

Alzi la mano chi di voi non ne ha mai raccontata una ai piccoli. Nel caso fatemi sapere. Mi sentirò meno sola :)

sabato 28 febbraio 2015

L'arrivo del fratellino


Ho sempre avuto una visione mistica circa il rapporto con mio figlio e pensavo che l'asilo avrebbe potuto attendere. Già nel periodo universitario era scaturito un dibattito su questo ed io mi ero schierata con chi affermava che nei primi anni di vita si poteva aspettare, dal momento che un cucciolo ha ancora davanti un mondo intero da esplorare e conoscere. Ovviamente tale ragionamento è stato fatto in funzione del libero arbitrio da parte dei genitori che potevano optare per questa scelta, non imposta dal fattore lavoro.

All'epoca però non avevo tenuto conto di due cose:

1) non ero ancora madre

e quando sei madre la musica a volte cambia. Il perchè è semplice: non conosci ancora tuo figlio finchè non lo stringi a te e non impari a conoscerlo, instaurando un rapporto con lui.

2) l'arrivo del fratellino.

Il grande non ha gradito molto il suo arrivo. Eppure io ero pronta, mio marito era pronto, ci abbiamo messo il cuore per far sì che vivesse nel migliore dei modi questa "new entry", nonostante il pediatra di famiglia mi avesse avvisata "che non sarebbe stato facile ma che sarebbe stato del tutto normale".

Sono sempre stata molto empatica con mio figlio. Ho fatto sì che potesse manifestare liberamente i suoi sentimenti, aiutandolo a dare un nome e un volto alle emozioni che provava, sempre e comunque contenendo ove servisse, la sua esplosività (tenendo a mente la sua tenerissima età) e non ho mai pensato che tutti i bambini fossero uguali (e per uguali mi riferisco all'accezione caratteriale). Ognuno nasce già col suo bel temperamento (alto o basso) e la sua dose di caratteristiche intrinseche che poi certamente si plasmeranno con l'esperienza e col lavoro educativo dei genitori. Se in tutto questo hai a che fare con un carattere forte, beh la musica si fa dura. Ci impiegherai di più, avrai momenti di sconforto ma alla fine sarà una soddisfazione incredibile.

La casa pullulava di libri e racconti sul fratellino, attimi di lui che lo saluta nel pancione, lo schiaffeggia accarezza, gli porta il suo ciuccio (ebbene sì!) e momenti in cui il piccolo, negli ultimi mesi di permanenza rinchiuso, riconosceva la voce del primogenito e si muoveva non appena lo sentiva.



I primi mesi, con mia somma sorpresa, non sono stati duri anzi: il piccolo mangiava e dormiva. Così alleggeriti ci siamo focalizzati sul grande e sulla gestione della sua gelosia. In questo periodo ha instaurato ancora di più un rapporto profondo col papà, che mi dava una mano quando io ero presa dal piccolo. Dal terzo mese però sono emersi i problemi: il piccolo stufo di mangiare e dormire accusa problemi seri di reflusso, attaccamento morboso ( non che questo sia un problema intendiamoci: lo diventa solo per me quando da gestirne ne ho due!) e un bel temperamento anche lui ( e te pareva! ).

Già da tempo mi interrogavo se iscrivere il grande all'asilo prima che nascesse il fratellino e vi dirò: mi ha frenato il fatto di non passare più del tempo insieme a lui e di perdermi dei momenti preziosi nel primo periodo della sua crescita.

Così ho temporeggiato in modo da abituarlo anche al fratellino. E ho atteso... finchè proprio non ce la facevo più. Non riuscivo più a stirare, lavare, farmi una doccia, preparare la cena senza l'ansia che accadesse qualcosa e soprattutto non avevo più lo spazio per fare giocare il bimbo grande, che crescendo stava assorbendo tutte le mie energie. Inoltre i loro orari erano diventati incompatibli: dormiva uno e l'altro no, l'altro svegliava il fratello e viceversa. Erano diventati nervosi, ognuno poi coi suoi problemi, legati anche alle fasi di crescita.

Mi chiedevo se fosse giusto, dopo tutti gli stravolgimenti che aveva già passato e mi sono data una risposta: nessuna mamma è infallibile o con superpoteri. Mi piace pensare che ogni mamma ci mette tutto il cuore e la passione e che tutti i piccoli hanno il sacrosanto diritto di una mamma felice e serena e che trasmetta loro questo. La mamma perfetta è questa, quella che sbaglia, si interroga, fa prove ed errori, ma tutto con amore.


Fu così che il momento asilo arrivò.
Ma su una cosa ero sicura: non sarebbe stato un asilo scelto a caso.






mercoledì 18 febbraio 2015

Dio esiste, la nanna pure.

Ricordo alcune lezioni universitarie che sfioravano il tema sull'esistenza di Dio.
Dibattiti costruttivi e interessanti (quanta nostalgia ho di quel periodo). 



Passa il tempo, sono incinta del primo figlio e resto ammaliata dalle foto sublimi che si notano sul web di piccoli rannicchiati che riposano su soffici e colorati plaid e i loro dolci musini sembrano suggerire venti ore di sonno continuative (persino con un'illuminazione da 500.000 watt puntati in volto, i "click" della macchina fotografica e relativo flash). Passa il tempo e divento madre di due Pecos Bill e ripenso a quei dibattiti universitari: dopo quarantacinque minuti di suppliche per un misero sonnellino pomeridiano, il piccolo che lagna pur inghiottendo una tetta intera (dettagli si sa...), che non appena sente il mignolo del mio piede sinistro esercitare una leggera pressione sulla suola della ciabatta, che a sua volta imprime un'impercettibile pressione sul pavimento e magari si permette pure di filtrare un minuscolo raggio di luce dalla porta della camera... boom! Non solo si sveglia ma si dimena come un ballerino di salsa e merengue.



Angry Baby : Ich Will Nicht, Schlafen! - by MertSever
"Non voglio dormireee!" Took on Pinterest


Per fortuna ho il grande che finalmente chiude gli occhi, MA... si tocca il pancino e mi suss-Urla: "mamma cacca!!" (ed era appena stato cambiato, dettagli...). E secondo voi mi avvisa della sua evacuazione per poter essere pulito? Certo che no, per scappare e poter essere inseguito per casa (urlando). Dopo che inizio a cantare con la gola viola "Ninna nanna ninna ohh questo bimbo a chi lo dooo" e il figlio grande che fa il coro "Io mamma, fratellino lupo", dopo che alzi gli occhi al cielo e implori di avere tra le tue mani un biglietto di sola andata per i Caraibi aiuto a qualcuno o qualcosa, noti che i quattro occhi che ti fissavano si stanno chiudendo. 

DOR-MO-NO

Sono fuori da ogni realtà spazio-temporale.


E pianifico la mia deduzione preferita:

TUTTI GLI UOMINI SONO DORMIENTI (Eraclito non me ne voglia)
I MIEI FIGLI SONO UOMINI 
I MIEI FIGLI SONO DORMIENTI 

Dio oggi esiste, ne ho le prove. 

(Certo, se poi arriva qualcuno a suonarmi alla porta inizio a pensare che esista anche satana).


mercoledì 11 febbraio 2015

Ora sei madre: pillola rossa o pillola blu?

Quando vivo degli stravolgimenti nella mia vita non posso esimermi dal non pensare a questa scena di uno tra i miei film preferiti: Matrix.
Ve lo ricordate? Si, quello con uno sbarbato Keanu Reevs e gli effetti speciali "cool". 

Questa pellicola la Amo.
Ė filosofia.

Ricordo uno dei primi periodi in cui ho conosciuto mio marito, appassionato di film (d'autore) come me. Disse che su Matrix gli sfuggiva qualcosa... Lo abbiamo visto insieme, lo abbiamo discusso e alla fine mi rispose "Grazie, sei stata la mia pillola rossa" (poi dicono che i mariti non fanno mai i complimenti...)

Quante verità si nascondono dietro al nostro vivere. Tema "hot" per i filosofi!


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Quando opti per avere un figlio e decidi di diventare madre (se di scelta e libero arbitrio si tratta) ti poni più o meno nella stessa situazione, solo che mentre sei in dolce attesa, stai ancora assaporando la pillola blu. Ciò non significa che la gravidanza sia mera illusione (o forse sì) anzi... A seconda dei casi, ma qui voglio essere super ottimista, la gravidanza è un periodo meraviglioso. Per me è stato così, specialmente con la prima che mi sono goduta appieno, studiando un mondo tutto nuovo, scegliendo tra le tutine a righe e i ciucci coi baffi da Hypster e alternado la lettura di Tracy Hogg al corso di nuoto e rilassamento per gestanti. Forse è proprio questo che mi ha spinto a fare subito il secondo figlio. La Pillola blu ragazze ha un potere inimmaginabile, nonostante possano esserci intoppi anche con questa pastiglia (come ad esempio le nausee, eppure ho amato anche quelle perchè mi facevano sentire davvero in dolce attesa). Ma nel mondo del "mio futuro" la pillola rossa è stata la scoperta di un vivere surreale, in cui non mancavano certo gli effetti collaterali.
                    


Da "filosofa" la mia affermazione non ha ne capo ne coda intendiamoci e questo le colleghe e i colleghi  lo sanno bene. Dovrei dire che siamo nella mera illusione anche da madri, perchè la vita che per noi è reale forse tanto reale non è. Ma questo è tutto un altro discorso.

Da madre e donna mi piace pensarla così, ragazza e moglie infatuata della pillola blu, del "posso immaginare cosa mi aspetta a crescere un figlio" per finire in madre svampita di pillole rosse "li mortacci, dove sono finite le mie pillole blu". Già perchè i figli uno scossone te lo danno eccome. In primis la dose di stanchezza, secundis se ti capitano due figli con l'argento vivo addosso, non puoi che essere nel mondo reale. 
         
         
                       
 

Anche Neo resta spiazzato quando scopre davvero com'è il mondo reale... esteticamente c'è di meglio (sì, di una madre con le occhiaie dalle 7 del mattino alle 7 del giorno dopo, decisamente) e anche il livello di stanchezza nel mondo dell'illusione è tutta un'altra storia. 

Ma cosa spinge Neo ad intraprendere la faticosa salita verso la verità? 
Non può che essere l'amore... quello ti porta ovunque. L'amore per la conoscenza, per i tuoi figli che diventano la tua vita. 


E basta guardarli negli occhi che ti senti nell'Iperuranio.

















sabato 7 febbraio 2015

caro blog, ti ricordi ancora di me?!

Caro blog,

non è facile scriverti queste righe... So che è trascorso molto tempo dall'ultima volta che mi sono presa cura di te, non so davvero da dove cominiciare, so solo che mi sei mancato e bla bla bla.....

(Ok pessimo inizio a mò di lettera di una gatta morta romantica)



Carissimo Blog,

sarò onesta, non ho avuto più tempo per pensare a te. La vita a volte ti mette davanti un percorso, o forse questo percorso me lo sono messo davanti io... No, non io, che avrei continuato a prendermi cura di te, facendo un baffo al Piccolo Principe e alla sua Rosa... O forse ho fatto peggio di lui... Ma dovresti vivere per capire e bla bla bla...


(Mmm... Lettera di una cinica insicura)




Ave oh mio Blog! Ricominciamo?

(E meno male che non è stato maltrattato alcun briciolo di cellulosa per scrivere e gettare via queste inutili righe). 

Sappi o mio piccolo Spazio virtuale che la tua fedeltà nei miei confronti è ammirevole. Sei rimasto qui, dopo mesi (anni), ad aspettarmi. Ed io non ti ho mai dimenticato. Solo aspettavo il momento giusto! Sono mamma bis ormai collaudata di due piccoli, sono sempre più in perenne filosofare e adesso era l'ora di tornare da te. Vorrei poter recuperare le amicizie lasciate qui sul blog (con alcune gli altri social mi hanno aiutata in questo).
Blog mio, insieme faremo un percorso hegeliano di tesi, antitesi e sintesi. Ne combineremo delle belle e ci rinnoveremo parecchio. 

A presto!!!