Ho sempre avuto una visione mistica circa il rapporto con mio figlio e pensavo che l'asilo avrebbe potuto attendere. Già nel periodo universitario era scaturito un dibattito su questo ed io mi ero schierata con chi affermava che nei primi anni di vita si poteva aspettare, dal momento che un cucciolo ha ancora davanti un mondo intero da esplorare e conoscere. Ovviamente tale ragionamento è stato fatto in funzione del libero arbitrio da parte dei genitori che potevano optare per questa scelta, non imposta dal fattore lavoro.
All'epoca però non avevo tenuto conto di due cose:
1) non ero ancora madre
e quando sei madre la musica a volte cambia. Il perchè è semplice: non conosci ancora tuo figlio finchè non lo stringi a te e non impari a conoscerlo, instaurando un rapporto con lui.
2) l'arrivo del fratellino.
Il grande non ha gradito molto il suo arrivo. Eppure io ero pronta, mio marito era pronto, ci abbiamo messo il cuore per far sì che vivesse nel migliore dei modi questa "new entry", nonostante il pediatra di famiglia mi avesse avvisata "che non sarebbe stato facile ma che sarebbe stato del tutto normale".
Sono sempre stata molto empatica con mio figlio. Ho fatto sì che potesse manifestare liberamente i suoi sentimenti, aiutandolo a dare un nome e un volto alle emozioni che provava, sempre e comunque contenendo ove servisse, la sua esplosività (tenendo a mente la sua tenerissima età) e non ho mai pensato che tutti i bambini fossero uguali (e per uguali mi riferisco all'accezione caratteriale). Ognuno nasce già col suo bel temperamento (alto o basso) e la sua dose di caratteristiche intrinseche che poi certamente si plasmeranno con l'esperienza e col lavoro educativo dei genitori. Se in tutto questo hai a che fare con un carattere forte, beh la musica si fa dura. Ci impiegherai di più, avrai momenti di sconforto ma alla fine sarà una soddisfazione incredibile.
La casa pullulava di libri e racconti sul fratellino, attimi di lui che lo saluta nel pancione, lo schiaffeggia accarezza, gli porta il suo ciuccio (ebbene sì!) e momenti in cui il piccolo, negli ultimi mesi di permanenza rinchiuso, riconosceva la voce del primogenito e si muoveva non appena lo sentiva.
I primi mesi, con mia somma sorpresa, non sono stati duri anzi: il piccolo mangiava e dormiva. Così alleggeriti ci siamo focalizzati sul grande e sulla gestione della sua gelosia. In questo periodo ha instaurato ancora di più un rapporto profondo col papà, che mi dava una mano quando io ero presa dal piccolo. Dal terzo mese però sono emersi i problemi: il piccolo stufo di mangiare e dormire accusa problemi seri di reflusso, attaccamento morboso ( non che questo sia un problema intendiamoci: lo diventa solo per me quando da gestirne ne ho due!) e un bel temperamento anche lui ( e te pareva! ).
Già da tempo mi interrogavo se iscrivere il grande all'asilo prima che nascesse il fratellino e vi dirò: mi ha frenato il fatto di non passare più del tempo insieme a lui e di perdermi dei momenti preziosi nel primo periodo della sua crescita.
Così ho temporeggiato in modo da abituarlo anche al fratellino. E ho atteso... finchè proprio non ce la facevo più. Non riuscivo più a stirare, lavare, farmi una doccia, preparare la cena senza l'ansia che accadesse qualcosa e soprattutto non avevo più lo spazio per fare giocare il bimbo grande, che crescendo stava assorbendo tutte le mie energie. Inoltre i loro orari erano diventati incompatibli: dormiva uno e l'altro no, l'altro svegliava il fratello e viceversa. Erano diventati nervosi, ognuno poi coi suoi problemi, legati anche alle fasi di crescita.
Mi chiedevo se fosse giusto, dopo tutti gli stravolgimenti che aveva già passato e mi sono data una risposta: nessuna mamma è infallibile o con superpoteri. Mi piace pensare
che ogni mamma ci mette tutto il cuore e la passione e che tutti i
piccoli hanno il sacrosanto diritto di una mamma felice e serena e che
trasmetta loro questo. La mamma perfetta è questa, quella che sbaglia, si interroga, fa prove ed errori, ma tutto con amore.
Fu così che il momento asilo arrivò.
Ma su una cosa ero sicura: non sarebbe stato un asilo scelto a caso.