giovedì 31 gennaio 2013

Il mio parto mai partito.

Fin da piccola ho sempre amato la vigilia di Natale, più del 25.
Il motivo è l'attesa. Sapevo che il giorno dopo avrei trovato tanti doni, o almeno ci speravo, e la sera del 24 ci sarebbe stata una grande festa come tradizione. Ho sempre trascorso la vigilia in famiglia. Punto di ritrovo: casa della nonna, con la sua grande cucina dove non vi dico quante cose preparava li dentro con l'aiuto delle zie. Ricordo mia mamma e il suo vestirmi elegantissima. Ho in mente un anno in cui indossavo ballerine di vernice rossa abbinato ad uno scamiciato di velluto verde abete coi bordini neri e un cerchietto dello stesso materiale e colore delle scarpe. Una bambolina. Peccato odiassi le gonne e i collant e mi grattavo continuamente le gambe; per non parlare della mia pelle allergica alla lana e qualcosa di lana addosso me lo ritrovavo sempre. Quella volta le maniche dello scamiciatino.
Pensavo a questo la vigilia del 24 dicembre 2012, mentre affettavo felice la mia prima fetta di panettone dell'anno. E non sapevo che quella fetta non l'avrei mai gustata e sarebbe rimasta lì, sul mio piattino del dolce (di sicuro mio marito l'avrà ingoiata mentre io ero in ospedale i giorni seguenti). Sopraggiunge qualcosa di strano, non posso credere di non riuscire più a trattenere la pipì. Forse non pensavo alla rottura delle acque perchè in quel momento manco mi ricordavo di essere incinta, pensavo solo al panettone e basta! (ahh... le voglie!).
E così mi ritrovo col cellulare in mano che parlo col ginecologo, mentre chiedo a mio marito di prendere tutti gli asciugamani che trova in casa e corro verso l'auto con valigia e valigetta di Prince.
Giunti in ospedale non c'è anima viva, proprio come avevo sognato qualche giorno prima (le paure celate nell'inconscio...) Ad attendermi al varco due ostetriche con il cappello di babbo natale in testa. Fatta l'eco di controllo iniziamo coi monitoraggi, i miei compagni d'avventura per ben 2 lunghissimi giorni. E io che pensavo che avrei partorito in poco tempo! Insomma che, dal 24 sera fino tutto il 25, la mamma di Prince si ritrova senza contrazioni ne dilatazione. Un parto mai partito. A partite è solo la mia ansia e i miei sensi di colpa, chiamiamoli così, pensando al piccolo già bello pronto e in posizione, col liquido amniotico che iniziava a scarseggiare e io che imploravo un cesareo mai arrivato. Fortunatamente i battiti di Prince erano perfetti e nessuno si sentiva di fare un cesareo (diciamo che tutto lo staff era contrariato). A me importava solo che il piccolo stesse bene. E così trascorro il Natale in ospedale, con una colazione fatta di latte, auguri e un panettoncino minuscolo (evvai!) e un pranzo desiamente poco natalizio, condiviso con mio marito, i suoi 2 tramezzini e le nostre riflessioni sul nostro terzo Natale, emozionati sì, ma nel quale ci ritroviamo nuovamente dinanzi a un pranzo festivo assurdo (i due precedenti trascorsi in casa con virus intestinale e febbre).
La sera del 25 mi messaggio col gine e scrivo: "dott. fatemi un cesareo, ho paura per il bambino" e lui mi risponde: "tranquilla, domattina facciamo l'induzione, il piccolo sta bene e avrai un bel parto naturale". Mi svegliano alle 6 del mattino per il primo monitoraggio della giornata. Qualche contrazioncina ma irrilevante e con enorme distanza tra una e l'altra. Mi chiamano in mattinata per fare l'induzione: si va di Propress. Per chi non lo conoscesse, si tratta di una fettuccina (può essere anche in gel) che rilascia le prostaglandine il cui scopo è assottigliare il collo dell'utero, preparandolo al travaglio.
Partono dopo appena mezz'ora una serie di contrazioni che non mi danno pace... Dolori assurdi, una flebo di buscopan promessa e arrivata ma da me mai percepita. C'è il cambio turno delle ostetriche, le prime mi avevano assicurato che a 3cm mi avrebbero effettuato l'analgesia epidurale. Ma questo l'ostetrica del turno successivo non lo sapeva. La imploro mentre penso alla doccia calda che a me tutto quel benessere che dicono non lo ha dato per niente. Forse le contrazioni erano davvero troppo potenti. La simpatica donna mi guarda sgridandomi per la mia faccia sofferente. ...??? E' qui che ho capito quando si dice che una donna incinta può perdere il lume della ragione. Mio marito diventa viola quando mi sente rispondere all'ostetrica che le colleghe del turno precedente erano più brave e gentili di lei ma che era una vergogna che non avessero fatto il passaparola. E così che la convinco a visitarmi perché sono sicura che la dilatazione c'è. Mi chiede se ho fatto richiesta epidurale e rispondo affermativo mi guarda male, rispondendo che non posso farla perché non ho il consenso tra i documenti. Se c'è una persona precisa nei documenti potrei candidarmi, essendomi presentata con una cartellina con post-it su eco, analisi, consenso epidurale (assente perché lo avevo consegnato il giorno della rottura delle acque) e sapevo che il foglio ben compilato lo avevano loro e non io. Insisto così tanto che per farmi stare zitta chiamano una collega del turno precedente che dice di avere lei il foglio! E da qui a dieci minuti mi ritrovo in sala parto. Dilatazione da 3cm a 10 nel giro di un'ora! Peccato che resto bloccata... la seconda dose di epidurale che avrei voluto saltare ma l'anestesista mi ha persuasa, ha inibito le mie ultime contrazioni E Prince rimane bloccato. Finalmente si vede la testolina piena di capelli (una sorpresa già che io e il papà di Prince eravamo belli pelati appena nati e lo immaginavamo così). Non capisco più niente e inizio a spingere fortissimamente. Il piccolo però ha un problema: un braccino storto e il cordone ombelicale attorcigliato. E così si ricorre a divaricatore e ventosa. Penso che una donna ricordi per sempre quel momento in cui senti piangere il piccolo e lo vedi per la prima volta. Non vedevo l'ora di abbracciarlo.
Sono qui davanti al pc e scrivo queste ultime righe con una mano. L'altra è impegnata a stringere Prince. Lo stringo pensando al giorno in cui è nato e al travaglio che ha dovuto passare. Due giorni interi, già in posizione e nato coi "tumori da parto" in testa (questo termine mi ha stesa mentre sentivo le ostetriche pronunciarlo e non sapendo assolutamente cosa fossero!)
E penso che nella vita forse avrà pochi problemi. Ha già lottato per nascere e questo fa di lui un piccolo guerriero! Scrivo pensando che ho vissuto il giorno più bello della mia vita, insieme a mio marito che è stato sempre con me. E vederlo piangere in sala parto mi ha davvero emozionata.


sabato 19 gennaio 2013

Un po' del mio Prince.

Sono qui ancora incredula.

Pc acceso sul divano.
Io con le gambe incrociate.
Il piccolo che dorme sopra di esse, avvolto da un plaid morbidissimo, che gli invidio parecchio e che vorrei usare io la notte per scaldarmi i piedini ghiacciati quando Prince mi sveglia per dirmi che è ora della poppata notturna e corro a passo di zombie mi avvio con lui, direzione fasciatoio, scordando le ciabatte (non è vero, la verità è che non le trovo mai!).
Insomma che adesso mi ritrovo qui, che riesco a scrivere e mi sento davvero felice perchè, avere le mani e le braccia libere, implica che forse il principino si sta ambientando ai ritmi, alla sua nuova casa squadrata anzichè ovale e senza acqua e cordone "salvalavita" (che la vita in realtà gliela stava togliendo perché, uscita la testolina durante il parto, il cordone era proprio intorno al collo, ma questo mia cugina non dovrà mai saperlo: io, amante delle collane semplici e originali, l'estate scorsa ne sfoggiavo diverse e lei che ogni volta mi sussurrava di toglierle perché portava male e il bambino poteva ritrovarsi col cordone attorcigliato...) ecco.

Di solito i racconti vanno in ordine cronologico, ma io anticonformista per eccellenza negli anni or sono, vi narro le mie avventure dal presente al passato. Prince sembra soffrire di... (rullo di tamburi) coliche! Stessa solfa, il dopocena è fatto di strilli, marito che tiene il piccolo come una palla da football e non è un caso, massaggiandogli il pancino, io che gli do il cambio e lui che torna in panchina, corro sul lettone caldo e inizio ogni sorta di massaggio, presa alle caviglie e spinta delle gambine verso il pancino, ecco l'arietta che esce, lui che sembra felice e poco dopo uno strillo avvisa che c'è di nuovo una colica in corso. E lo stringi forte a te, ti senti impotente e per questo stai male come un cane, vorresti averle tu al suo posto ma poi ti ricordi dei dolori del parto e dici: "beh ho già avuto quelli direi che bastano, per fortuna che crescendo i dolori delle coliche se li dimentica, se li avessi io adesso non li dimenticherei tanto facilmente!". Insomma, queste coliche mi ci fanno dannare,  ma la cosa che odio di più sono i rimedi: si amiche, perché non posso credere che esistono mille rimedi ognuno diverso dall'altro e vi dirò la mia mente non ne può più di sentirsi dire: "ma no che massaggi, compra questo...", "ahh ma le coliche non passano perché devi continuare il massaggio per ore..." "ma guarda che forse non sono coliche è qualcos'altro...". Io ho capito solo una cosa: per le coliche non esistono rimedi, ma forse solo tecniche e prodotti che aiutano il piccolo ma di certo non le fanno passare. Dunque i consigli li accetto volentieri ma le imposizioni no! Per carità non è una critica, semplicemente quando qualcuno ti consiglia di fare in un modo che ritiene infallibile ma questo "modo" con tuo figlio infallibile non è "ci vado a bagno".
Ho capito che da mamma sono più sensibile ed empatica (ansiosa non ancora e spero di non diventarlo a breve). Saggio coliche concluso.
Passiamo al reflusso? Già perché la mamma di Prince pensa che si tratti proprio di quello. Rigurgiti "a go go", singhiozzo a più non posso e post poppata con lamenti a volte forti altri meno. E mi domando: possibile le abbia tutte mio figlio? Si va alla prima visita dal pediatra, un pò antiquato se dico che era il mio di quando ero piccola, ma lo conosco da anni e viva all'adolescenza mi ci ha fatto arrivare. Gli espongo il problema e mi dice che non è nulla, che in Africa i bambini crescono lo stesso (ma alcuni mica tanto purtroppo...) e che io ho "solo" tanto latte e lui è un pirana ingordo dell'Amazzonia mangiacapezzoli (e areola altrimenti la vittima rischia le ragadi selvatiche). Dunque prescrive di allattarlo ogni 3 ore e mezza (a volte facciamo finta di niente e attendiamo 3 ore, uè la fame è fame, poi la tetta ce la metto io sotto le gengive aguzze, non il pediatra!). Questa cosa mi ha mandato in tilt: ho una amica ostetrica, di quelle ultra salutiste, "omeopatia e naturesse" che giusto il giorno prima mi diceva di allattarlo a richiesta. Ecco da qui sono letteralmente andata in born out: due pareri così diversi tra loro e io in mezzo. Che fare? Forse preferivo non ascoltarne. Insomma che l'unico modo è provarli. E così siamo arrivati ad adottare quello del pediatra, semplicemente perché notavo che la notte dormiva e arrivava a fare 3 ma più spesso 2 pasti, e in effetti un minimo di adattamento alle tempistiche il piccolo dovrebbe averlo. Ho notato inoltre che il latte si riformava in tempi giusti non sospetti, mentre a richiesta delle volte Prince ciucciava aria. Saggio reflusso concluso.

Passiamo al parto?
Mmm... non voglio fare la cattiva ma questo è tutta un'altra storia. E'stato l'inizio di tutto e merita un post a parte. Se poi questo racconto vi ha annoiato smetto qui perché non vorrei causasse reflussi e acidità.

Aspetto che digeriate e torno a scrivere del mio parto.
Nel frattempo sento muovere una manina sulla mia gamba:
 Prince si è svegliato.

Si salvi chi può!

giovedì 17 gennaio 2013

è nato Prince!

 



Ora capisco perchè nevica... 
già, finalmente ho riacceso il mio caro portatile e riesco a scrivere il mio primo post dopo la nascita di Prince! Non riuscivo mai a trovare il tempo e quando era lui a trovare me accadeva sempre un imprevisto. Ma non oggi! 

In primis ci tenevo moltissimo a ringraziare tutte voi amiche virtuali che mi avete pensato... giuro che quando ho spazzato via le ragnatele all'entrata del blog e ho letto la sfilza di commenti mi avete davvero commossa e mentre un piccolo squaletto mi stava smangiucchiando un seno, venivo divorata anche dai sensi di colpa per non essere più riuscita a darvi mie notizie, perchè avevo capito che qualcuna le aspettasse da mo!

Grazie di Cuore Davvero!!!

Ora però spero e voglio recuperare la lettura di tutti i vostri post non letti in queste settimane perchè mi sono mancati! Spero di farcela!

Per quanto riguarda il parto è stata un'esperienza... e che esperienza! Indimenticabile per vari motivi: splendida, traumatica, meravigliosa, longeva, irripetibile, sofferente... e potrei continuare con "l'elenco dei termini paradossali" per ore! Ma se dovessi sceglierne uno direi... surreale. 
Se ci ripenso mi sembra ancora incredibile quello che è successo, specie il momento in cui ho stretto per la prima volta il piccolo tra le mie braccia. Ma questo sarà tutto un altro post a lui dedicato :)

Che momento ragazze... la vita è davvero colma di emozioni, ma questa per me è stata la più grande di tutte... forse proprio perchè è legata al concetto di vita stesso... mi sentivo una guerriera che lottava per dare la vita ad un altro piccolo guerriero che se ne stava bene nel suo mondo protetto e d'un tratto la vita stessa lo stava chiamando al rapporto per compiere un viaggio e portare a termine una missione. Il piccolo però non sapeva che la missione fosse proprio lui e che da quel momento traumatico in cui vide una forte luce mai vista prima d'ora, sentì degli strani rumori, percepì nuovi odori e tremava dal freddo, la sua vita stava iniziando in un altro pianeta e il suo "esserci nel mondo" diventava la ragione di vita della (Quasi) mamma di Prince.