Fin da piccola ho sempre amato la vigilia di Natale, più del 25.
Il motivo è l'attesa. Sapevo che il giorno dopo avrei trovato tanti doni, o almeno ci speravo, e la sera del 24 ci sarebbe stata una grande festa come tradizione. Ho sempre trascorso la vigilia in famiglia. Punto di ritrovo: casa della nonna, con la sua grande cucina dove non vi dico quante cose preparava li dentro con l'aiuto delle zie. Ricordo mia mamma e il suo vestirmi elegantissima. Ho in mente un anno in cui indossavo ballerine di vernice rossa abbinato ad uno scamiciato di velluto verde abete coi bordini neri e un cerchietto dello stesso materiale e colore delle scarpe. Una bambolina. Peccato odiassi le gonne e i collant e mi grattavo continuamente le gambe; per non parlare della mia pelle allergica alla lana e qualcosa di lana addosso me lo ritrovavo sempre. Quella volta le maniche dello scamiciatino.
Pensavo a questo la vigilia del 24 dicembre 2012, mentre affettavo felice la mia prima fetta di panettone dell'anno. E non sapevo che quella fetta non l'avrei mai gustata e sarebbe rimasta lì, sul mio piattino del dolce (di sicuro mio marito l'avrà ingoiata mentre io ero in ospedale i giorni seguenti). Sopraggiunge qualcosa di strano, non posso credere di non riuscire più a trattenere la pipì. Forse non pensavo alla rottura delle acque perchè in quel momento manco mi ricordavo di essere incinta, pensavo solo al panettone e basta! (ahh... le voglie!).
E così mi ritrovo col cellulare in mano che parlo col ginecologo, mentre chiedo a mio marito di prendere tutti gli asciugamani che trova in casa e corro verso l'auto con valigia e valigetta di Prince.
Giunti in ospedale non c'è anima viva, proprio come avevo sognato qualche giorno prima (le paure celate nell'inconscio...) Ad attendermi al varco due ostetriche con il cappello di babbo natale in testa. Fatta l'eco di controllo iniziamo coi monitoraggi, i miei compagni d'avventura per ben 2 lunghissimi giorni. E io che pensavo che avrei partorito in poco tempo! Insomma che, dal 24 sera fino tutto il 25, la mamma di Prince si ritrova senza contrazioni ne dilatazione. Un parto mai partito. A partite è solo la mia ansia e i miei sensi di colpa, chiamiamoli così, pensando al piccolo già bello pronto e in posizione, col liquido amniotico che iniziava a scarseggiare e io che imploravo un cesareo mai arrivato. Fortunatamente i battiti di Prince erano perfetti e nessuno si sentiva di fare un cesareo (diciamo che tutto lo staff era contrariato). A me importava solo che il piccolo stesse bene. E così trascorro il Natale in ospedale, con una colazione fatta di latte, auguri e un panettoncino minuscolo (evvai!) e un pranzo desiamente poco natalizio, condiviso con mio marito, i suoi 2 tramezzini e le nostre riflessioni sul nostro terzo Natale, emozionati sì, ma nel quale ci ritroviamo nuovamente dinanzi a un pranzo festivo assurdo (i due precedenti trascorsi in casa con virus intestinale e febbre).
La sera del 25 mi messaggio col gine e scrivo: "dott. fatemi un cesareo, ho paura per il bambino" e lui mi risponde: "tranquilla, domattina facciamo l'induzione, il piccolo sta bene e avrai un bel parto naturale". Mi svegliano alle 6 del mattino per il primo monitoraggio della giornata. Qualche contrazioncina ma irrilevante e con enorme distanza tra una e l'altra. Mi chiamano in mattinata per fare l'induzione: si va di Propress. Per chi non lo conoscesse, si tratta di una fettuccina (può essere anche in gel) che rilascia le prostaglandine il cui scopo è assottigliare il collo dell'utero, preparandolo al travaglio.
Partono dopo appena mezz'ora una serie di contrazioni che non mi danno pace... Dolori assurdi, una flebo di buscopan promessa e arrivata ma da me mai percepita. C'è il cambio turno delle ostetriche, le prime mi avevano assicurato che a 3cm mi avrebbero effettuato l'analgesia epidurale. Ma questo l'ostetrica del turno successivo non lo sapeva. La imploro mentre penso alla doccia calda che a me tutto quel benessere che dicono non lo ha dato per niente. Forse le contrazioni erano davvero troppo potenti. La simpatica donna mi guarda sgridandomi per la mia faccia sofferente. ...??? E' qui che ho capito quando si dice che una donna incinta può perdere il lume della ragione. Mio marito diventa viola quando mi sente rispondere all'ostetrica che le colleghe del turno precedente erano più brave e gentili di lei ma che era una vergogna che non avessero fatto il passaparola. E così che la convinco a visitarmi perché sono sicura che la dilatazione c'è. Mi chiede se ho fatto richiesta epidurale e rispondo affermativo mi guarda male, rispondendo che non posso farla perché non ho il consenso tra i documenti. Se c'è una persona precisa nei documenti potrei candidarmi, essendomi presentata con una cartellina con post-it su eco, analisi, consenso epidurale (assente perché lo avevo consegnato il giorno della rottura delle acque) e sapevo che il foglio ben compilato lo avevano loro e non io. Insisto così tanto che per farmi stare zitta chiamano una collega del turno precedente che dice di avere lei il foglio! E da qui a dieci minuti mi ritrovo in sala parto. Dilatazione da 3cm a 10 nel giro di un'ora! Peccato che resto bloccata... la seconda dose di epidurale che avrei voluto saltare ma l'anestesista mi ha persuasa, ha inibito le mie ultime contrazioni E Prince rimane bloccato. Finalmente si vede la testolina piena di capelli (una sorpresa già che io e il papà di Prince eravamo belli pelati appena nati e lo immaginavamo così). Non capisco più niente e inizio a spingere fortissimamente. Il piccolo però ha un problema: un braccino storto e il cordone ombelicale attorcigliato. E così si ricorre a divaricatore e ventosa. Penso che una donna ricordi per sempre quel momento in cui senti piangere il piccolo e lo vedi per la prima volta. Non vedevo l'ora di abbracciarlo.
Sono qui davanti al pc e scrivo queste ultime righe con una mano. L'altra è impegnata a stringere Prince. Lo stringo pensando al giorno in cui è nato e al travaglio che ha dovuto passare. Due giorni interi, già in posizione e nato coi "tumori da parto" in testa (questo termine mi ha stesa mentre sentivo le ostetriche pronunciarlo e non sapendo assolutamente cosa fossero!)
E penso che nella vita forse avrà pochi problemi. Ha già lottato per nascere e questo fa di lui un piccolo guerriero! Scrivo pensando che ho vissuto il giorno più bello della mia vita, insieme a mio marito che è stato sempre con me. E vederlo piangere in sala parto mi ha davvero emozionata.